Roberta Mazzacane giornalista

CinemAmbiente a casa tua: la rassegna di film green in streaming

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Avviata lo scorso 3 aprile, sta riscuotendo notevole successo “CinemAmbiente a casa tua”, la rassegna online di film green promossa dal Ministero dell’Ambiente e dal Festival CinemAmbiente – Museo Nazionale del Cinema. I primi titoli proposti in streaming – L’elemento umano di Matthew Testa, La bugia verde di Werner Boote, Dusk chorus di Nika Šaravanja e Alessandro d’Emilia, Oceani, il mistero della plastica scomparsa di Vincent Perazio – in meno di due settimane hanno registrato 33.940 accessi unici, per una platea stimabile in oltre 40 mila spettatori.
Grazie all’adesione all’iniziativa di altri registi e distributori che hanno messo a disposizione gratuitamente le loro opere, la rassegna prosegue nelle prossime settimane con una seconda tranche di otto film, diffusi con le modalità dei precedenti. Ogni tre giorni sarà proposto un nuovo titolo, visibile gratuitamente sul sito di CinemAmbiente, selezionato tra i lunghi e mediometraggi che hanno riscosso particolare successo nelle ultime edizioni del Festival e che hanno approfondito i temi oggi più che mai, anche per effetto della pandemia, al centro del dibattito ecologista: i cambiamenti climatici, l’antropizzazione, la globalizzazione, l’ecosostenibilità, i nuovi, possibili modelli di sviluppo.

La diffusione in streaming dei film sarà accompagnata da videomessaggi dei registi o da videointerventi di esperti, che offriranno spunto per ulteriori approfondimenti.

  • 28-30 aprile Unlearning di Lucio Basadonne, Anna Polito (Italia 2014, 74′)
    Stanchi di una vita ordinaria? Una famiglia italiana, in viaggio sei mesi senza soldi, per capire come si può vivere
    fuori dalla zona comfort e per conoscere chi ha avuto il coraggio di cambiare stile di vita: un percorso alla scoperta
    di inediti modelli di famiglia, di educazione e di alimentazione, alla ricerca di una vita a misura d’uomo e a contatto
    con la natura. Definito della critica “un invito gentile alla disobbedienza”, il documentario racconta non solo il
    viaggio ma anche il ritorno in città: come vedranno la loro vecchia vita i tre protagonisti? E, soprattutto, la
    vorranno ancora?
  • 1-3 maggio The Climate Limbo di Francesco Ferri, Paolo Caselli (Italia 2019, 40′)
    La complessa connessione tra disastri ambientali e migrazioni. Attraverso le storie di Queen, fuggita dalla Nigeria
    a causa dei danni causati dal petrolio sull’ambiente, di Rubel, scappato dalle inondazioni del Bangladesh, e di
    Francesco, Luigi e Carlotta, agricoltori e allevatori italiani, il film documenta come il cambiamento climatico spinge
    sempre più persone a lasciare la propria terra. Ma ancora non esiste un riconoscimento della condizione di
    rifugiato climatico nel sistema di asilo internazionale e milioni di uomini e donne vivono in un limbo creato
    dall’uomo e dal suo impatto sull’ambiente.
  • 4-6 maggio Con i piedi per terra di Andrea Pierdicca (Italia 2016, 86′)
    Nelle campagne italiane esistono persone che hanno scelto di radicarsi sul territorio per coltivarlo in maniera
    autonoma, efficace e sostenibile, onorando una cultura di saperi millenari. Sembra una favola sbarazzarsi dei
    metodi agroindustriali eppure oggi nel nostro Paese sono in molti a vivere questa favola tutti i giorni. Chi sono?
    Come producono reddito? Quali tecniche adottano? E perché il loro lavoro è necessario?
  • 7-9 maggio La lunga strada gialla di Antonio Oliviero, Christian Carmosino (Italia 2016, 80′)
    Due giovani palermitani, Federico e Mirko, decidono di partire in sella ai loro muli da Portella della Ginestra con
    l’idea di arrivare al Quirinale a portare un messaggio di ecologia e giustizia sociale. In un viaggio di oltre 1.200 km,
    i due protagonisti incontrano gente comune, pastori, contadini, pescatori, in un percorso alla ricerca della loro
    identità, del contatto con un mondo rurale che ormai sembra scomparso, ma soprattutto di un confronto con
    tante persone che testimoniano la vitalità di un territorio, il Sud, umiliato dalla criminalità e dalla cecità di un
    progresso incapace di assimilare le tradizioni e i valori umani più autentici.
  • 10-12 maggio Un fragile equilibrio (Frágil equilibrio) di Guillermo García López (Spagna 2016, 81′)
    Sulle parole dell’ex presidente uruguayano José Mujica, il cui pensiero mette fortemente in discussione molti
    aspetti della società contemporanea, si dipanano tre storie di vita in altrettanti diversi continenti. Impiegati
    giapponesi intrappolati nella macchina produttiva; migranti sud-sahariani che nei pressi dell’enclave di Melilla
    ogni giorno sfidano la morte nel tentativo di raggiungere l’Europa; famiglie spagnole distrutte dalla recessione.
    Uno sguardo su un’umanità lacerata da contraddizioni profonde e un invito a ripensare alla necessità di relazioni
    sostenibili tra gli individui stessi e il loro quotidiano.
  • 13-15 maggio Attivista (Aktivisti) di Petteri Saario (Finlandia 2017, 57′)
    In una piccola città della Lapponia la quindicenne Riikka Karppinen è consigliera comunale, la più giovane di tutta
    la Finlandia. Rappresentante della Lega Verde, è impegnata nella battaglia per la difesa del vicino parco nazionale,
    minacciato da una delle più grandi compagnie minerarie internazionali interessata all’estrazione dei metalli in
    quell’area. L’idea che l’offerta costituisca un’opportunità di sviluppo, senza considerare le conseguenze a livello
    ambientale, si diffonde fra consiglieri e normali cittadini. Ma la posta in gioco per le future generazioni è troppo
    alta e Riikka è determinata ad andare fino in fondo.
  • 16-18 maggio Breakpoint. Una contro-storia del progresso (Breakpoint. A Counter-history of Progress) di
    Jean-Robert Viallet (Francia 2018, 98′) Solo due secoli. Duecento anni caratterizzati da affascinanti rivoluzioni industriali ed economiche, a partire dall’introduzione del carbone e del petrolio fino all’era dei Big Data. Nel ripercorrere un’epica umana attraverso quelle scelte fatte in nome del “progresso”, e tracciandone le pesanti e irreversibili conseguenze sull’ambiente, viene messa in dubbio l’inevitabilità di tale sviluppo. E se l’uomo avesse intrapreso altre strade, come sarebbe il mondo attuale?

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