Roberta Mazzacane giornalista

Il palcoscenico della legalità

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teatro san Carlo
teatro san Carlo

Ho visto al teatro San Carlo di Napoli uno spettacolo davvero toccante, nato da un progetto sociale, un percorso formativo, uno spettacolo itinerante, una sinergia tra teatri, Istituti Penali per Minorenni, scuole e società civile.

L’esperimento è nato, nella sua prima forma di spettacolo, al Teatro San Carlo nel 2011. È un racconto corale fatto di piccole e grandi storie che costituiscono il mosaico complesso del nostro vivere civile, minacciato da un’illegalità criminale e capillare che toglie fiato e speranze. Nelle storie che raccontiamo il dolore, l’ingiustizia e la rabbia si trasformano in coscienza civile, determinazione, impegno quotidiano, resistenza. In nome di questa resistenza sono nate iniziative di recupero di terre e proprietà confiscate alla criminalità organizzata.

Questi sensibilissimi attori hanno incontrato i familiari delle vittime innocenti di mafia, camorra, criminalità e associazioni che sulle terre confiscate alla mafia hanno costruito lavoro, accoglienza, idee. Da questi incontri è nato lo spettacolo, replicato a Milano, Torino e nei teatri dei capoluoghi della Campania, che è diventato strumento di riflessione sul come strutturare un rapporto continuativo e di scambio benefico tra istituzioni (scuole, teatri e carceri) perché insieme si apprenda un nuovo alfabeto civile.

Da allora sono stati attivati laboratori nelle scuole e negli Istituti Penali per Minorenni, in cui le tecniche e i linguaggi del teatro sono diventati strumento per ragionare e imparare insieme. Credo anche io che anche iniziative come questa, possano contribuire a far rinascere la fiducia nell’avvenire di questo Paese.

legalità san Carlo
legalità san Carlo

Li chiamano muschilli, gli spacciatori in calzoncini. Per loro quale futuro? Se non diventano consumatori di eroina, se riescono a sopravvivere è difficile che possano imboccare altre strade che non siano quelle dell’illegalità, dello spaccio, dello scippo, del furto.”

Così scriveva Giancarlo Siani sul quotidiano Il Mattino, nel suo ultimo articolo, prima di essere ucciso. “Vorremmo dedicare a Giancarlo e a tutte le vittime della criminalità questo progetto, a loro e a tutti i ragazzi che ancora adolescenti si ritrovano coinvolti nelle maglie di un sistema che semina solo morte ed ignoranza”  – uno dei passi dello spettacolo.

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